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Come fare digital PR online

Dopo pranzo prosegue il ConvegnoGT con un bell’intervento di BizUp su come si fa oggi Digital PR, a più mani: Matteo Monari, Lorena Fanunza, Luca Vecchio. Partendo dalla constatazione che la vecchia link building oggi è morta, come fare a trovare link di valore?

La tendenza è fare attività di digital PR. E’ un’attività che va pianificata nel tempo (magari con un bel GANT) e concordata col cliente in base agli obiettivi.

Come si fa la digital PR?

Per prima cosa vanno individuati gli influencer. Importante: va messo in conto il tempo per curare il rapporto one-to-one con l’influencer. Quando si analizzano gli influencer, si vanno a contare i follower, le interazioni, ecc.  ma in un’ottica seo si valuta (anche) il sito.

Dopodichè è importante individuare il contenuto di valore, trovare una storia da raccontare.

A questo punto la forma: meglio infografica o video? white paper o comunicato? ognuno di questi formati avrà pro e contro.

In alcuni casi la notizia può essere ripresa anche da grandi interlocutori (ad esempio il TG Com con “La Serie A su Twitter”).

Alcuni esempi?

Un white paper, ovvero uno studio di settore in pdf, per fare branding per un’azienda che fa servizi mobile.

Un video interattivo per una società di poker online.

SOURCING: ricerca dei siti

La parte di ricerca dei siti che possano pubblicare questi contenuti è importante. Siccome è fatta in un’ottica Seo, è importante dare una priorità A o B ai vari siti. Partire da quelli più importanti. In genere si parte da Blog e siti di informazione. Sempre in trasparenza con il cliente. Evitare i siti generalisti.

Processo logico: perché li stiamo contattando? dove trovarli? e su quali siti conviene spendere più tempo?

Per prima cosa è una buona idea comprare un proxy (quelli gratuiti non funzionano). Cos’è un proxy? E’ un computer attraverso cui passo prima di collegarmi a Internet. Non voglio che l’indirizzo di casa o dell’ufficio venga bloccato. Se Google pensa che noi siamo un robot potrebbe bloccarci. Un proxy serve anche per simulare di essere in un altro Paese, come si comporta un sito se mi collego da un’altra parte. Su Firefox c’è un plugin che permette di scegliere il Proxy da un paese all’altro.

Come trovare siti dove pubblicare i miei contenuti?

Attenzione c’è una svolta tecnica in questo intervento! la parola passa a Matteo Monari.
Per fare ricerche di massa è bene farsi aiutare da vari tool: GG, Bing, Search Explorer di Majestic Seo, estrazione automatica dai Blogroll.

  • Usare i Motori di Ricerca in modo intelligente

Impostare Google local a seconda del paese, fare una ricerca e cliccare su strumenti di ricerca.

Usare gli operatori

Operatore site:.it ricerca siti locali

Operatore in url e in title: cerca una kewyord nel title o nella url.

intitle:”moda inverno” vuol dire che ne parlano a fondo, e non solo la citano!

Se ci metto la parola blog mi aiuta a trovare blog! idem se cerco siti di informazione.

  • Usare il nuovo tool di Majestic SEO permette di cercare quei siti che contengano una certa keyword in un title o in una URL.
  • Fare riferimento a siti di settore e spulciare nel blog roll. Possiamo copiare i link con un plugin di Firefox
  • Esportare backlink di un certo tema. Trovo una notizia simile alla mia e vado a vedere i suoi back links.
  • Usare Google News e Google Alert per farsi venire idee. Anche siti off topic ma interessati…
  • Esplorare directory, anche storiche (come Dmoz e Yahoo). Vantaggio: nessuno ci mette più link, quindi ci sono siti vecchi, autorevoli. Vado a spulciarli e magari trovo qualcosa di interessante per me. Vado a vedere com’era Dmoz nel 2001 e scopro i siti che parlavano di Poker nel 2001! se ci sono ancora vuol dire che Google li valuta autorevoli.

Una volta che ho una lista di url, devo capire quali siti contattare e come contattarli (mail o telefono?).

Come valutare i siti e decidere dove chiedere i link?

Fattori quantitativi: Pagerank, età di un sito (archive.org), età di un dominio (whois), domain authority (MOZ).

Se devo fare un lavoro di massa. Una volta che ho una lista di url, posso metterla dentro SEOQuake e copio su un file excel.

Se voglio info anche sul dominio, c’è una formulina che potete copiare dal blog di Maurizio Petrone.

Poi uso il tool di Majestic SEO “Bulk backlink checker” per fare l’analisi e la lista di backlinks dei miei url.

Quali siti non contatto?

Sicuramente i siti che hanno nofollow. Con questa estensione di Firefox possiamo estrarre i siti che hanno nofollow.

Cambio di testimone e si torna a un intervento meno tecnico e più “artigianale” se vogliamo, ovvero la fase di contatto dei blogger e dei siti di informazione.

Nella pubblicazione teniamo conto delle tempistiche redazionali, dei blogger e quelle “umane”: ovvero evitare weekend e festivi, pianificare gli invii nell’arco di 5-7 giorni lavorativi.

3 Best practices per un’attività di contatto per digital pr

  1. Usiamo indirizzo ufficiale del cliente pronline@nomedelcliente.it
  2. Non inviare a indirizzi generici, ma contattare con una mail personalizzata il diretto interessato.
  3. Curare il contenuto mail, che è formato da subject e messaggio.
    L’oggetto è il nostro biglietto da visita. Investiamoci del tempo! Creiamone almeno 2 per fare dei test. L’oggetto dvorebbe incuriosire, essere in target, coinvolgere, trasmettere autorevolezza, contenere numeri e dati, annunciare la news, trasmettere autorevolezza. In genere deve essere breve (75-90 caratteri) e contenere una parola chiave.
    Interessante la visione dell’oggetto della mail simile a un meta tag title. Ok la brevità ma forse è meglio l’incisività e la capacità di incuriosire. Tracciamo i tassi di apertura delle varie mail..
    Anche il contenuto della mail è fondamentale: deve essere personalizzato e differenziato a seconda del blogger o sito ricevente. Si deve dare l’impressione di dare importanza a chi riceve la mail “ti mando in anteprima questa notizia” oppure “dopo aver letto il tuo blog penso che…”.
    Importante fidelizzare il blogger, firmarsi con nome e cognome e chiedere conferma della pubblicazione (che posso condividere sui miei social = dare visibilità al blogger). Creare una relazione.

Consigli generici: controllare refusi, non usare i blogger e redattori solo in caso di bisogno, ma creare vere relazioni, non scrivere mail troppo lunghe, non mandare allegati pesanti (meglio link), non mandare mail in momenti sbagliati (weekend o fuori orario). Pensiamo all’interlocutore!

Per le redazioni è importante anche la recall (a breve distanza) o avvisare che stiamo inviando una mail.

Per l’invio delle mail:

  • Usiamo una piattaforma come MailChimp, Mailup, Aweber per l’invio. Ci aiuta a monitorare anche bouncerate e apertura.
  • Evitiamo punti esclamativi, maiuscole e parole a rischio nell’oggetto = rischio spam.
  • Mandiamo mail in testo semplice.

La sala si è un po’ svuotata dopo che ha smesso di parlare Matteo Monari, ovvero quando da un intervento tecnico siamo tornati a uno più marketing e commerciale. Secondo me avrebbero fatto bene a restare molte persone, a giudicare dalle mail agghiaccianti che ricevo per i miei blog, dai vari seo, che vorrebbero che io pubblicassi i loro comunicati e infografiche.

2 commenti all'aricolo “Come fare digital PR online

  1. Mi spiace, ma siete davvero dieci anni indietro.
    Oramai e-com 4.0 con Web3, metavers, NFT, e via dicendo, rede inutile tutto questo già da un biennio anche in Italy.
    Tutto inutile e fuori mercato.

    O voi italiani vi svegliate o morite.
    Siete su un altro pianeta. Solo nominare Big Tech, i social, vi colloga fra i boomers del web, fuori mercato.
    Sono tutti inquisiti per furto di big data in US, Canada, Inghilterra, Australia, infatti usciranno dal mercato europeo per il GDPR 679; Zuckerberg sostiene il mercato non valga la candela.
    Oltre 31 milioni di account italiani bucati solo dal META (ex FB) tra il 2021 e 22,
    Chi può mettere in mano un’azienda a chi usa canali obsoleti per il business?
    I social network sono solo per massaie e idraulici: twitter, Meta, google, tutti morti
    E’ tempo di WEB3
    O vi svegliate presto o siete tagliati fuori
    Date uno sguardo al Monty (Marco Montemagno) e capirete.

    1. Ciao Francesco davanti a un commento così non so mai se arrabbiarmi, mettermi a ridere o condividere. Innanzitutto ti volevo far notare che stai commentando un articolo scritto nel 2013. Se ti prendi il disturbo di guardare uno degli ultimi post pubblicati (marzo 2022 https://www.elenafarinelli.it/italian-lifestyle-per-le-start-up/) vedrai che parlo proprio di web3, NFT e metaverso.

      Sulla morte di Google, FB & C ne sento parlare da anni. E sicuramente arriverà. Nel frattempo le aziende italiane che arrivano oggi su IG, Tiktok etc. sono ancora così indietro che prima di parlargli di web3 dovrebbero aver capito il 2. Lavoro con il digital marketing da 22 anni e ancora vedo un livello molto basilare di utilizzo di strumenti. Ma è altresi vero che chi impara, e ha un prodotto valido, poi carbura.

      Il livello di conoscenza tecnica richiesto dai nuovi scenari è molto più elevato rispetto a quello dei social network che tu, un po’ banalmente, associ solo a massaie e idraulici. Non è cosa da poco traghettare tutti quanti nel metaverso. Anche perché non è semplice trovare chi sappia metterci le mani.
      Ho alcuni (poch) clienti illuminati che mi chiedono di aiutarli a reperire personale preparato e fatico a individuare risorse (anche giovani) capaci di farlo. Non certo nelle scuole che sfornano generazioni di dormienti (a 20/23 anni sob) preoccupati soltanto di farsi il video scemo su TikTok.

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