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SEO trends in Italia 2020

Chi si occupa di SEO sa bene quanto sia importante restare aggiornati. Stare dietro ai cambiamenti d’umore di Google non è semplice e a volte non si sa bene dove cercare le informazioni soprattutto per il mercato italiano, che è molto diverso da quello americano.

Purtroppo nella SEO non esistono libri che valgano in eterno, o manuali della indicizzazione perfetta. Come dico spesso in aula, il posizionamento sui motori di ricerca non è una scienza esatta bensì l’applicazione di certe regole o intuizioni che poi vanno testate, analizzate, studiate. Per questo è fondamentale anche confrontarsi con colleghi o altri professionisti.

Quando sono stata contattata da Digital Coach per prender parte a questo sondaggio, ho accettato con entusiasmo, per poter contribuire con la mia esperienza a un’indagine tutta italian. Hanno partecipato 232 professionisti, suddivisi fra SEO puri, digital marketer, social media manager (sì anche loro!) e altre figure.

Ora hanno pubblicato i risultati (potete scaricare qui l’ indagine SEO Trends 2020). Voglio condividere con voi alcuni punti importanti ma vi consiglio di scaricarlo tutto!

Backlink, semantica o ottimizzazione on-site?

Cosa conta di più nel lavoro di posizionamento sui motori di ricerca? avere link importanti in ingresso o lavorare sulla semantica (ovvero sinonimi, contrari, espressioni correlate)? o i fattori on-site?

Sulla annosa questione che concerne il peso dei backlink, nonostante un trend in calo, il pensiero di chi ci lavora è ancora netto: per la gran parte degli intervistati il link in ingresso pesa quasi 4 punti su 5. Quasi a pari merito della semantica che però si rivela un trend in crescita.

Per quanto riguarda l’ottimizzazione on-page (h1, tag strong) il valore è di poco inferiore rispetto ai precedenti, ma il trend viene definito stabile. Discorso a parte il title tag ritenuto ancora davvero importante.

Invece un trend in forte crescita, ritenuto importante (punteggio 4 e 5) da oltre 83% degli intervistati è tutto ciò che ruota intorno alla User Experience, ovvero il CTR in Serp, il Bounce Rate e il tempo di permanenza sul sito.

A superare questo valore ci sono 3 cose:

Search Intent, ovvero come un sito riesce a interpretare la ricerca dell’utente e fornire la risposta migliore attraverso opportuni contenuti del bisogno/intenzione di ricerca.

Speed, la velocità di un sito ormai da un po’ è un elemento fondamentale per Google che non tollera più siti lenti nelle posizioni principali

Mobile Content, ovvero la capacità di creare contenuti adeguati da mobile. Ricordiamo che dall’uscita del Mobile First Index la valutazione di un sito avviene principalmente secondo la sua versione mobile e poi desktop. Insieme a questo è importante anche l’ottimizzazione della Mobile Experience in generale (AMP, Mobile Speed, Mobile UX…), uno dei fattori giudicati più in crescita negli ultimi tempi.

Poi ci sono alcuni dati suddivisi per categoria (Seo puri o Digital marketer per esempio) che analizzano gli aspetti che stanno guadagnando o perdendo importanza. Interessante l’unanimità sulla perdita di importanza dei social signals.

Interessante che quasi tutti i professionisti utilizzino WordPress come piattaforma e la ritengano la più adatta ai fini SEO, mentre sconsiglino Wix e Drupal.

Da non perdere la parte sugli strumenti più usati per chi fa questo mestiere.

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